José Donoso – Tre romanzetti borghesi

la stanza da bagno

doveva  essere perfetta

la prova definitiva

dell’architetto di valore

 

Tre romanzetti borghesi, come potete intuire, è una raccolta di tre brevi racconti. Di che parlano? Di borghesi direte… Esatto! Tre bellissimi racconti per smontare l’effimero mondo in cui si sono ben inseriti dei professionisti di Barcellona.

Carmelo Cappello Forma nel verde
Forma nel verde, Carmelo Cappello, 1964, Litografia

Respireremo il clima surreale della città dominata dai personaggi di Donoso, certamente vincenti per i canoni della società in cui vivono, ma che non superano l’esame dell’autore, che ci rivela la loro vera natura: vacue persone che non sanno riempire il vuoto di una vita di sola apparenza.

La lettura è veloce e piacevole, l’autore riesce a far sembrare normale lo stravagante mondo che ci illustra: l’ambiente in cui Donoso ci propone le stranezze dei protagonisti è tanto surreale da rendere tutto plausibile; gli eventi ci portano dalla Barcellona che crediamo di conoscere verso un mondo fantastico, dove emergono i tanti problemi della società; le contraddizioni che ci mostra Donoso sono profonde e la classe dirigente, che dovrebbe essere in grado di superarle, fallisce miseramente dimostrandosi nettamente inferiore alle attese.

Lithograph No 42 Pierre Soulages
Lithograph No. 42, Pierre Soulages, 1979, Litografia

E’ molto strano cercare di convincervi che queste novelitas è bene leggerle. E’ così ovvio che debbano essere lette; lasciate quel che state facendo e correte in biblioteca, subito! E se non sono stato convincente, ascoltatemi comunque e leggetele, con senso critico e la gran voglia di dirmi “ti sbagliavi”… se non mi darete ascolto vi lascerete scappare un libro davvero interessante.

Infatti, con facilità il lettore è portato a riflettere sulla felicità, o meglio su ciò che spesso pensiamo possa essere motivo di felicità; inoltre, senza pietà, l’autore cerca di animarci a cambiare gli stereotipi che ci inducono a vivere secondo schemi lontani dalla nostra natura. Lo stile è leggero, il clima fantastico in cui avvengono i fatti rafforza il potere del testo che assume valore di rivelazione.

Cuadro 23 Manolo Millares
Cuadro 23, Manolo Millares, 1957, Tecnica mista con olio, gesso, fili di sacchi di tela

Non è chiaro il motivo per cui ho abbellito l’articolo con queste opere? Se leggerete il secondo racconto, concorderete che la scelta ha qualche senso. Si tratta di opere che danno un tono all’articolo, forse non ho scelto l’ordine più appropriato; chissà, Millares all’inizio sarebbe stato meglio, ma qualcuno poi avrebbe potuto pensare che le opere erano state ordinate per data di realizzazione, ed io non vorrei proprio mi si confondesse con una persona che ordina le opere cronologicamente. E’ evidente che deve essere il senso estetico a dettar legge.


Ho letto le novelitas in spagnolo (edizione bilingue della Fahrenheit 451), provateci anche voi e, se non vi sentite in grado di affrontare un testo in lingua originale, rimediate con l’italiano. Purtroppo, non ho trovato altre edizioni in solo spagnolo o italiano; è un vero peccato che libri così interessanti siano quasi introvabili.

Avrei voluto chiedere a Ramon, che era innanzitutto un uomo di mondo, il perché di quella ossessione di Sylvia per Magdalena, in che cosa consistesse quella “affinità” tanto ostentata, a parte la perfetta sincronia nel cantare e ballare Chatanooga Choochoo. Ma non ebbi tempo di farlo perché Ramon balzò dalla sedia e seguì Sylvia, chiudendo dietro di sé la porta della terrazza e lasciandomi solo, vicino alla strana vita dei pezzi di carne che sfrigolavano sulla brace come unica compagnia.

Ramon insisteva sul fatto che in tutte le sue case, quale che fosse la somma preventivata, la stanza da bagno doveva essere perfetta, che la funzionalità dei bagni era, in ultima analisi, la prova definitiva dell’architetto di valore.

Stanza da bagno_Fernando Botero
Stanza da bagno, Fernando Botero, 1993, olio su tela

 

Sylvia guardò stranita suo figlio, senza capire come poteva aver dato alla luce un essere che parlava di quelle cose.

–Suppongo che finirò per portarlo a vedere la Sagrada Familia nei miei momenti di pausa. –Ma fallo andare con Ramon: ha tanto cattivo gusto che credo ammiri quella torta nuziale costruita da un pazzo…

–Che ti succede, figlio mio? –Niente. –Hai fumato marijuana? –No. –Neanche LSD? Bisogna stare più attenti con quella roba. –No. –Stavi… –Riposando… –Perché sei così stanco? –Ho camminato… –Facendo cosa? –Facendo una passeggiata. –Dove sei stato? –Un po’ dappertutto. Sylvia chiuse gli occhi. –Non ci capisco niente. –Non cercare di capire. –Se fosse marijuana… capirei, per lo meno avrei avuto un punto di riferimento. Ma… questo… E Sylvia si sciolse in lacrime.

(José, Donoso, Tre romanzetti borghesi, Fahrenheit 451, 2012, pp. 43, 49, 309, 321, 355)

José Donoso - Tre romanzetti borghesi

Sostieni il nostro progetto! Se fai acquisti su   –   Apoya nuestro proyecto! Si haces compras en

AmazonLogo

 AmazonLogoES

utilizza questo link, grazie!   –   sigue este enlace, gracias!

Anonimo – Lazarillo de Tormes

Io credo che sia bene

che cose tanto singolari

non restino sotterrate nella fossa dell’oblio

 Lazaro è costretto a raccontare a una imprecisata Vostra Signoria la sua vita. L’autore lascia che sia lo stesso Lazaro a parlare; ci troviamo così a leggere la dettagliata relazione delle vicende che hanno caratterizzato la sua esistenza. Si tratta della storia di un povero emarginato che fa di tutto per sopravvivere, adattandosi alla società che tende a emarginare figure come la sua; imparerà in fretta come gira il mondo, adattandosi ad esso come meglio può. Lo sfortunato protagonista si troverà spesso obbligato al furto e alla menzogna, a ingegnarsi per ottenere quel poco che gli basti a frenare la fame.

Francisco Goya, El Lazarillo de Tormes - 1819
Francisco Goya, El Lazarillo de Tormes – 1819 http://www.wikiart.org/en/francisco-goya/el-lazarillo-de-tormes-1819

Un racconto molto divertente, non è certo facile sopravvivere se si è ancora bambini e l’unica figura di riferimento è un cieco vagabondo che ti porta con sé al solo scopo di sfruttarti. Purtroppo, non basterà liberarsi del cieco per porre fine alla miseria; infatti, non lo aiuterà molto diventare il servo di tanti altri strani personaggi che affollano lo strampalato mondo di Lazaro. Ma di una cosa ci renderemo conto, Lazaro non si lascerà mai abbattere dalle avversità, e dopo tanti anni di sofferenze e ristrettezze, finalmente, riuscirà a realizzare il suo sogno.

La vita di questo ragazzo non è propriamente costruttiva, ipocritamente è giusto nascondere l’esistenza, vera o inventata, di un giovane così. Ecco perché la diffusione dell’opera è stata ostacolata dall’Inquisizione, e forse per questo motivo l’autore non ha voluto far conoscere la sua identità.

Consiglio la lettura dell’introduzione, il “Lazarillo de Tormes” è un’opera molto importante, innovativa e complessa. Mi spiego meglio, possiamo divertirci leggendola senza tanto filosofeggiare, infatti, offre molte scene esilaranti e comiche; e già così è un libro che val la pena di leggere. Se facciamo attenzione, però, ci renderemo conto dell’abilità dell’autore che non ha scritto una semplice commedia divertente; il racconto esprime con grande ironia la denuncia di un mondo in cui i detentori del potere non sono per niente migliori di chi, come il protagonista, lotta “eroicamente” ogni giorno per sopravvivere alla fame. Si tratta di un libro sempre attuale, che fa riflettere sui diritti negati a chi non ha l’opportunità di vivere dignitosamente per colpa di un sistema escludente.


 Sta diventando un’abitudine quella di indicare le trasposizioni cinematografiche delle opere che descrivo; spero di non spingere alcuni di voi a guardare i film anziché leggere i romanzi (se usate questa scorciatoia, peggio per voi!). Vi induco in tentazione, siate forti; ecco due esempi:

“I picari” di Mario Monicelli (1987)

Questo film non è la trasposizione dell’opera, anzi se ne distacca molto, ma val la pena di vederlo.

 “Le avventure e gli amori di Lazaro De Tormes” di Fernando Fernán Gómez, José Luis García Sánchez (2001)

Il film è in linea con il testo originale, anche se molti particolari non corrispondono.


Uscimmo da Salamanca e arrivati al ponte, proprio all’imboccatura, dove c’è un animale di pietra che ha quasi forma di un toro, il cieco mi ordinò di accostarmi all’animale, e quando fui lì mi disse: “Lazaro, avvicina l’orecchio al toro e ci sentirai dentro un gran rumore”. Io ingenuamente avvicinai l’orecchio, credendo che le cose stessero davvero così. Quello, appena si accorse che avevo la testa contro la pietra, mi diede un colpo secco con la mano e mi fece dare una gran capata contro quell’accidenti di toro, che più di tre giorni mi durò il dolore della cornata. E mi disse: “Sciocco, impara: il ragazzo di un cieco deve saperne una più del diavolo”. E si divertì molto dello scherzo.

Torro Verraco. Ponte romano di Salamanca
Torro Verraco. Ponte romano di Salamanca http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Torro-Verraco_del_Puente_de_Salamanca.JPG By Tamorlan

(Anonimo, Lazarillo de Tormes, Feltrinelli, 2009, p. 34)

Lazarillo de Tormes

Sostieni il nostro progetto! Se fai acquisti su

AmazonLogo

utilizza questo link, grazie!

Miguel de Unamuno – Nebbia

Possiamo decidere il nostro destino? O forse tutto è già stato scritto, e dobbiamo soltanto impegnarci al meglio interpretando la parte che ci è stata assegnata? E se da umili attori trovassimo il coraggio di imporre allo scrittore, il nostro creatore, di cambiare la nostra parte? E’ una pretesa impossibile? Che cosa accadrebbe, se uno scrittore si trovasse alla mercé dei suoi personaggi? Infine, vi chiederete se dio è uno scrittore, o se alcuni scrittori si credono d’essere degli dei.

In Nebbia si parla di questo. I temi trattati sono serissimi, anche se i personaggi grotteschi che incontrerete vi faranno certamente ridere. Infatti, proprio questa è l’intenzione di Unamuno: dar vita ad una tragicommedia dove i personaggi interagiscono con l’autore che li ha creati.

Consiglio di leggere la parte introduttiva, per meglio capire le intenzioni dell’autore, che vuole inaugurare qualcosa di nuovo… che va oltre il romanzo, racconto o come normalmente intendiamo la narrativa. Infatti, lo stesso Unamuno propone il nome “nivola” per definire questo testo, allontanandosi dal canonico novela, parola che definisce i romanzi in spagnolo. Prove di scrittura ai limiti della normalità.

“Sí, señor mío, yo soy anarquista, anarquista místico, pero en teoría, entiéndase bien, en teoría. No tema usted, amigo – y al decir esto le puso amablemente la mano sobre la rodilla -, no echo bombas”. (Si, signore, sono anarchico, anarchico mistico, ma in teoria, beninteso, in teoria. Non temi, amico – e al dire questo gli mise amabilmente la mano sul ginocchio -, non tiro bombe.)

(De Unamuno, Miguel, Niebla, Ediciones Cátedra, 2009, p. 137)

Miguel de Unamuno - Nebbia

Sostieni il nostro progetto! Se fai acquisti su

AmazonLogo

utilizza questo link, grazie!